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Liga – Napoli: vedi Zaza e poi… spera!

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Ha segnato più in questi ultimi 4 giorni che nei quasi 300 appena trascorsi. Davvero strano il destino se ti chiami Simone Zaza. Ti ritrovi dal siglare il gol scudetto, in maglia bianconera, contro l’allora capolista Napoli, al fare centro in Spagna, al Real Madrid, ancora in maglia bianca – molto – e nera – poco – dimostrando allo stesso Napoli che i Campioni del Mondo e d’Europa in carica si possono battere. Nel mezzo un rigore pesante come un macigno sbagliato nel quarto di finale di Euro 2016 contro la Germania e la prima parte di stagione, assai anonima, passata a scaldare la panchina del non irresistibile West Ham; il tutto dopo la suggestione estiva, svanita, proprio di finirci in quel Napoli, al posto di quel Gonzalo Higuain che si è prepotentemente preso l’attacco della Vecchia Signora decretando, di fatto, il suo addio e quello del suo amico Morata.

Acqua passata ormai, come le lacrime di domenica scorsa che hanno sancito il ritorno al gol dell’attaccante calabrese dopo un digiuno che durava dal 1 maggio scorso (Juve-Carpi, 2-0), in una ‘non-esultanza’ che si portava dietro malessere e rabbia per tutto quello che poteva essere ed invece non è stato. Il presente si chiama Valencia: una realtà tutt’altro che serena visto il quattordicesimo posto in classifica (26 pt), i cinque allenatori susseguitisi nelle ultime due stagioni e un turbillon di giocatori che portano incostanza nell’ambizioso progetto cinese targato Peter Lim; Zaza però pare finalmente aver trovato la panacea di tutti i mali, suoi e del club: il gol. I primi e nello stesso tempo ultimi due in terra iberica sono fruttati 6 preziosi punti grazie ai quali si può guardare con maggiore sollievo al futuro. Se dovesse essere salvezza, condita da 10 presenze e/o 8 gol, allora i valenciani saranno ben lieti (oltre che obbligati dalla clausola) di riscattare Zaza per 18 milioni di euro e riprogrammare, con un bomber in più, la tanto desiderata scalata alle agoniate posizione europee di qualche anno fa.

Intanto che un italiano ritrova il sorriso un’italiana – il Napoli – prende appunti curioso su come far male al Real Madrid in versione trasferta, il quale incassa due reti nei primi 8′ (assolutamente da replicare al San Paolo) e poi rialza la testa con C. Ronaldo (decisamente da evitare) senza però trovare il pari. Con una gara ancora da recuperare, i Blancos restano comunque in vetta alla Liga con un punto di vantaggio sul Barcelona. La compagine di Zidane ha altre due gare da disputare prima della sfida di Fuorigrotta e tanti punti di domanda che lasciano sperare gli Azzurri nell’impresa di ribaltare il 3-1 del Bernabeu.


Liga – Barça: El Jefe rifinisce, Umtiti si conferma talismano, Lucho lascia

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La notizia, in questo martedì di Liga, è che il Barcellona continua a fare notizia al Camp Nou; non tanto per la manita larga (6-1) al malcapitato Sporting Gijon, ne per i gol di Messi, Suarez e Neymar. A fare notizia è il rendimento di due difensori blaugrana: Mascherano e Umtiti.

PRIMA GIOIA – In un settore falcidiato da infortuni e critiche la certezza è El Jefecito. Che giochi a 4 o, come nelle ultime due gare a 3, Luis Enrique ha dimostrato di non poter fare a meno dell’argentino. Contro lo Sporting, nello specifico, Mascherano è stato impiegato da terzini bloccato destro in fase difensiva e da centrale di destra quando i catalani si portavano in attacco (quasi sempre dunque). Proprio dal centrodestra, impostato da regista difensivo, il 32enne ha sfoderato un lancio millimetrico che ha permesso al connazionale Messi di sbloccare l’incontro all’ottavo di gioco; la notizia è, appunto, il primo assist in Liga per quello che sette anni fa era arrivato a Barcelona come centrocampista e si è trasformato – data la concorrenza stellare – in difensore. Ci ha impiegato 185 partite di campionato per riuscire a segnare il primo ‘passaggio vincente’; ora manca il gol che, come da contratto, dovrebbe arrivare entro il 2019, salvo rinnovo, per evitare di lasciare lo 0 alla suddetta casella.

TALISMANO – Accanto a Mascherano si sta contraddistinguendo il giovane francese Umtiti. Acquistato in estate da Lione per 25 milioni di euro, con lui in campo in Liga il Barça ha sempre vinto, subendo 10 reti in 15 gare. Con il transalpino in campo, però, è giunto il risultato negativo subìto proprio in terra francese – a Parigi in Champions – che ha forse pregiudicato il futuro del tecnico Luis Enrique: “Il prossimo anno non allenerò più il Barcellona! Lascio dopo tre anni bello e intensi”.

PROVE DI REMUNTADA – Contro il Psg, tra una settimana, tassativo sarà cercare di ripetere la goleada di stasera, evitando magari di subirne, come accaduto contro i biancorossi asturiani e per riuscirci ci sarà bisogno, tra gli altri, dei migliori Mascherano e Umtiti.

UCL – Barça-Psg: non solo Emery contro l’arbitro Aytekin

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Dell’impresa del Barcelona di Luis Enrique sul Psg di Unai Emery si continuerà a parlare per decenni, non potrebbe essere altrimenti dato che i catalani sono riusciti a ribaltare una sconfitta esterna per 4-0 in campo internazionale dopo che altre 186 squadre ci avevano provato senza riuscirci.

Il tempo, con il suo trascorrere, diraderà i ricordi sul match, lasciando solo il risultato a parlare e quei 7′ minuti finali da impazzire di Neymar Junior. Ora però che il ricordo del 6-1 è ancora ‘fresco’, a tener banco è – tra le altre cose – la discussa conduzione di gara del sig. Aytekin. Il fischietto turco contro il quale si era gettato, a parole, Unai Emery nel post-gara tentando di giustificare una debacle ‘Inqualificabile’ (per dirla con il titolo dell’Equipe). Ebbene, l’allenatore spagnolo non è il solo ad additare il direttore di gara come complice decisivo della remuntada blaugrana: secondo Marca.com Pierluigi Collina, decano degli arbitri europei, starebbe pensando di declassare Aytekin dopo l’imprecisa direzione di gara del Camp Nou; oltre al generoso rigore del 5-1 concesso per fallo di Marquinhos su Suarez al 91′ (sarebbe stata la ll simulazione del Pistolero), gli vengono contestati mancati rossi a Verratti e Neymar, un rigore per il Psg nel primo tempo. Tutto materiale che ha, quantomeno, modificato l’andamento della contesa.

Dello stesso avviso di Marca è il c.t. della Norvegia Lars Lagerback. Il quale, in sede di telecronaca per una tv svedese, ha apostrofato come “vergognoso” il penalty fischiato a Suarez, denunciando così il plateale abbaglio preso dall’internazionale turco, aggiungendo poi: “Questa è la sconfitta del calcio. A cosa servono gli arbitri di porta se poi si fischiano rigori del genere? Il tuffo di Suarez è puro teatro”. Stiamo parlando dello stesso arbitro di porta che nell’occasione del primo rigore concesso al Barça per fallo plateale di Meunier su Suarez era corso in aiuto dell’incerto Aytekin che, con i due penalty concessi mercoledì, permette al Barcelona di superare il Real Madrid nella speciale classifica dei tiri dal dischetto a favore da quando è stata istituita la Champions League (44 a 43).

di Davide Iovene

UCL – Verso i Quarti: certezza Monaco, sorpresa Leicester o una Big per la Juve

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Nella serata di ieri si è completata la prima fase ad eliminazione diretta della Uefa Champions League. Nella mattinata di domani, alle 11:45, l’urna di Nyon ci svelerà quali saranno gli accoppiamenti in vista dei quarti, dove non esistono più teste di serie e saranno possibili i derby. Andiamo a scorrere i verdetti conclusivi ieri.

HABITUÉ – Chi ha fatto il proprio dovere senza particolari affanni, oltre alla Juventus, sono state le due squadre di Madrid – Real e Atletico – e le due tedesche Bayern e Borussia. I Campioni in Carica hanno regolato, come sappiamo, un coraggioso – e a tratti bel – Napoli di Sarri grazie alle testate di capitan Sergio Ramos. I Colchoneros di Simeone – unico tecnico sempre ai quarti negli ultimi 4 anni – hanno amministrato sapientemente il 4-2 esterno dell’andata, inchiodando il Bayer Leverkusen sullo 0-0 al ritorno. Ancelotti invece, con il suo Bayern Monaco ha di fatto messo fine alla lunga storia d’amore tra l’Arsenal e Wenger, seppellendo i Gunners sotto il peso di 10 reti tra andata e ritorno. Agevole, infine è stato il compito di ribaltare l’1-0 subito al ‘Da Luz’ per Aubameyang e soci: 4-0 netto a Dortmund e qualificazione meritata ai quarti per i gialloneri di Tuchel.

DELUSE DI LUSSO – I grandi sconfitti di questi ottavi di finale di Champions League sono gli sceicchi d’Europa Psg e Manchester City. Costruiti per primeggiare in campo continentale, sotto la guida di due tecnici spagnoli che hanno vinto molto nel recente passato (Emery e Guardiola), parigini e citizens hanno subito clamorosi ribaltoni dopo le goleade dell’andata in casa. Detto e ridetto della remuntada polemica del ‘Camp Nou’ (clicca qui per il pezzo), il 3-1 con cui il sorprendente – per alcuni – Monaco di Jardim ha saputo pareggiare il 5-3 fissato in Inghilterra, ha comunque del prodigioso fino a un certo punto. La squadra del principato gioca ad una velocità difficilmente contrastabile per qualsiasi avversario, e i 127 gol stagionali già messi a segno le conferiscono autorità e rispetto nei confronti delle più blasonate rivali; il diciottenne Mbappé e solo la punta di un iceberg che potrà fare ancora vittime illustri nella competizione.

OUTSIDER – Chi è di colpo ritornato a stupire è si, invece, il Leicester City. Il quale ha fatto della Coppa il suo terreno di caccia prediletto così come lo scorso anno lo era stato la Premier League. Liberatesi dell’ingombrante condottiero, Claudio Ranieri, le Foxes sono tornate ad essere incisive come la passata stagione, scrollandosi dal torpore che le aveva relegate nei bassi fondi del campionato inglese, e facendo valere la legge del ‘King Power Stadium’ in Champions League anche sul Siviglia di Sampaoli. Lo storico passaggio alla fase successiva, con appena il 30% medio di possesso palla, erge come unici eroi stavolta i senatori dello spogliatoio: Vardy, Morgan e Albrighton, autori dei gol; oltre a Kesper Schmeichel, protagonista forse più di tutti, avendo neutralizzato un rigore agli andalusi in entrambe la partite – cosa mai riuscita a nessun portiere in questo torneo – sotto gli occhi di papà Peter.

Che si tratti di corazzate, di certezze o di sorprese, la sensazione è che la Juventus di Allegri dovrà in ogni modo ingranare almeno due marce superiori a quelle occorse per avere la meglio dello sciagurato Porto se vuole continuare a cullare il dolce ‘sogno dalle grandi orecchie’.

Nazionale – Ventura: “La rosa rispecchia il momento. In Spagna si può fare bene”

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Con l’Italia a lavoro per preparare l’impegno di Palermo contro l’Albania, ha parlato del momento attuale della sua Nazionale il c.t. Giampiero Ventura“Ritrovo i ragazzi dopo 4 mesi, e le convocazioni sono figlie del momento attuale che stanno vivendo i giocatori all’interno dei loro club. Ho perso per infortunio gravi Florenzi e Bonaventura, ai quali si sono aggiunti Chiellini, Bernardeschi e Gabbiadini; Marchisio non l’ho mai avuto in pratica, mentre Verratti c’è stato a tratti”.

Blocco milanese: “I tre giocatori dell’Inter – un’autentica novità – e altrettanti del Milan stanno ad indicare che c’è l’intenzione di costruire dei ‘blocchi’ italiani di qualità all’interno dei rispettivi spogliatoi”.

Esempi da seguire: “Le chiamate di D’Ambrosio, Petagna e Meret stanno ad indicare che non è mai troppo tardi per arrivare in nazionale se si gioca con impegno e costanza; e che tutti i giocatori chiamati per lo stage, o nel giro dell’ Under 21, sono tenuti in grande considerazione. Sono certo che per quanto riguarda Meret il presidente della SPAL sia comunque soddisfatto per la chiamata del ragazzo, al di là della sua assenza per il campionato”.

Futuro promettente: “Prima della gara con la Spagna abbiamo l’amichevole con l’Uruguay e l’uscita ufficiale con il Liechtenstein. Queste gare serviranno anche per testare la tenuta di talenti come Rugani e Donnarumma. È da tempo che affermiamo la bontà qualitativa dei giovani affermatisi  in questa parte di stagione e vogliamo farli crescere al livello internazionale, abbiamo intrapreso questa strada ma dobbiamo puntare a qualificarci direttamente per il Mondiale in Russia; una volta raggiunto questo obiettivo potremmo lavorare per risultare tra le sorprese della competizione”.

Destino incrociato con Madama: “Andare in Spagna a fare risultato non è un’impresa impossibile se giocheremo al meglio delle nostre capacità, così come la Juventus può eliminare il Barcellona in Champions League”.

Dalla Francia – Griezmann: “Juve vincente sul Barça. Futuro in un top-club”

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Dal ritiro della Francia ha parlato di Champions League, e non solo, Antoine Griezmann. L’attaccante dell’Atletico Madrid – attraverso le colonne dell’Equipe – si è concentrato, in particolare, sulla sfida che vede il Barcellona opposto alla Juventus: “Adoro il modo di giocare della Juve. Concedono poco in difesa, proprio come noi. Saranno un avversario tosto per il Barça, e credo che alla fine passeranno gli italiani in semifinale.

ADDIO CONDIZIONATO – Interrogato poi sul proprio futuro, Le petit diable non ha chiuso le porte a club importanti, anche della stessa Liga: Real Madrid e Barcellona sono delle grandissime squadre, a chi non piacerebbe giocarci!? Così come lo sono il Bayern Monaco, o alcuni club inglesi. Dove non andrò sicuramente a giocare è Parigi, così come la Cina, o la MLS”.

A CACCIA DI RECORD – Il numero 7  dei Colchoneros è alla sua nona stagione in Liga – quarta al Vicente Calderòn – e, con 79 gol in 145 gare in maglia biancorossa, insegue Sergio Aguero a 101 reti e il suo compagno di squadra Fernando Torres a quota 116, attualmente il miglior marcatore dell’Atletico Madrid in attività.

Nazionale – De Rossi: “Gagliardini è una conferma, stupito fin da subito”

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Alla vigilia della gara amichevola tra Olanda e Italia ha parlato dal ritiro degli Azzurri Daniele De Rossi. Il centrocampista della Roma, alla soglia dei 34 anni, ha l’opportunità di agganciare Dino Zoff a quota 112 presenze in nazionale se il c.t. Ventura – come pare – decidesse di mandarlo in campo all’Amsterdam Arena.

In alternativa al Campione del Mondo 2006 nella rosa dell’Italia c’è il giovane Roberto Gagliardini a caccia, invece, della prima presenza con la Nazionale Maggiore. Propio del compagno Gagliardini ha parlato De Rossi: Ha certamente un talento che in pochi hanno. Se continua così potrà diventare presto una certezza, anche di questo gruppo”. 

Gagliardini, dopo i primi sei fantastici mesi di stagione vissuti con l’Atalanta è passato all’Inter per 25 milioni di euro, cifra considerevole per molti data la scarsa esperienza in Serie A, ma non per De Rossi: “La prima volta che l’ho visto giocare ho capito immediatamente che aveva doti rare per un centrocampista di 22 anni. Il fatto che lo stia confermando in un club come l’Inter la dice lunga”. 

Per caratteristiche e ruolo Gagliardini – in prospettiva – è il vero alter ego del romanista che, alla sua età, vinceva il Mondiale in Germania calciando uno dei rigori utili per superare la Francia. L’augurio è che l’interista possa arrivare in Russia, la prossima estate, tentando di ripetere l’impresa.

Coppa Italia – I verdetto: Lazio in finale, Spalletti nicchia

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Nella serata di ieri l’Olimpico – finalmente vestito a festa – si è tinto di biancoceleste per il passaggio alla finale di Coppa Italia della Lazio a danno dei cugini giallorossi. La squadra di Simone Inzaghi, alla terza finale nella competizione in 5 anni, ha saputo reggere in maniera egregia all’impatto romanista di inizio gara cedendo, dopo il favorevole 2-0 dell’andata, 3-2 ai giallorossi solo nel finale.

GEMELLI DEL GOL – La doppietta di Salah e il gol di El Shaarawy sono risultati vani visti i gol laziali di Milinkovic-Savic e Immobile (come nel primo atto): sono loro le facce da copertina di una squadra operaria che ha saputo far quadrato contro le incertezze di inizio stagione, arrivando all’atto finale di Tim Cup, e risultando tutt’ora in corsa per un posto in Champions League in campionato. Note poco liete le affrettate uscite dal campo di De Vrji e Biglia – pedine cardine nei meccanismi di Inzaghi – che lamentano noie muscolari proprio alla vigilia del big-match di domenica contro il Napoli.

NULLA DI FATTO – L’altra faccia della Capitale, quella triste, si chiama Roma, imprecisa e sciupona come il suo centravanti Dzeko a inizio gara. Il bosniaco, alla stregua  dei suoi compagni, quest’annata l’hanno vissuta in perenne rincorsa: Juventus prima, poi Lione in Europe League ed ora Lazio, risultando infine incapaci di rimanere solidi e costanti quanto basta per raggiungere l’obiettivo. Le questioni sono tante, e sciorinarle qui non sarebbe ne il caso ne il momento; come non è il momento di parlare di futuro con Luciano Spalletti: “Ho provato a dare responsabilità ai miei calciatori, coinvolgendoli e chiamandoli a dare tutto. Un altro obiettivo ci è sfuggito, adesso abbiamo lo Scudetto da inseguire. Siamo stati fantastici ad arrivare fin qui con 6 punti di distacco dalla Juve, sarebbe un vero peccato se non le provassimo tutte da qui alla fine. Non possiamo farci svuotare da questa sconfitta. – Il tecnico toscano ha poi aggiunto ai microfoni Rai – quando sono arrivato lo scorso anno la Roma era a 12 punti dal Napoli, sei-sette dall’Inter, cinque dalla Fiorentina; è qualcosa di straordinario quanto fatto ma, se non si vince, è giusto che un allenatore possa prendersi le proprie responsabilità. Del mio futuro non è tempo di parlarne adesso”.


Coppa Italia – II verdetto: Napoli 3 Higuain 2, la Signora è in finale

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Al quarto tentativo stagionale il Napoli riesce a battere la Juventus, la vittoria però (3-2 in rimonta) è vana ai fini della qualificazione alla finale di Coppa Italia dato il 3-1 dell’andata con il quale i bianconeri avevano regolato gli azzurri allo Stadium.

PIPITA ‘NGRATO – Protagonista assoluto della contesa di ieri, grazie ad una doppietta decisiva, Gonzalo Higuain. Se nei match di Torino il Pipita aveva segnato gol importanti per far vincere i suoi, ed era stato abbandonato al proprio destino dall’atteggiamento dei compagni quattro giorni fa in campionato, ieri l’argentino ha scagliato due palloni pesanti come macigni contro la rete di Reina, scavando evidentemente un solco netto tra lui e il suo passato partenopeo. Le bordate di fischi giunte da ogni angolo del San Paolo sono state invece più volte rispedite – secondo Gonzalo – al legittimo proprietario tramite dito indice: il presidente De Laurentiis.

VISO APERTO – Sul campo la Vecchia Signora, cambiata per 8/11 da Allegri rispetto a domenica sera, ha perso la partita che paradossalmente ha deciso di giocarsi maggiormente a viso aperto tra il campionato e la coppa. Un’indicazione per nulla da sottovalutare nell’economia della doppia sfida al Barcellona (ieri 3-0 estremamente facile sul Siviglia in Liga). Intanto, per tornare alla Coppa Italia, Pjanic, ammonito ieri, non ci sarà nella finale di Roma, in quello che per lui poteva essere a tutti gli effetti un derby.

BELLO E SCONFITTO – Niente impresa in casa Napoli, e pure lo sfizio di aver battuto i primi della classe da 6 anni a questa parte ha un sapore agrodolce dato che i due ceffoni più sonori te li ha stampati sul volto il tuo ‘ex compagno di banco’ (quello col numero 9 sulle spalle). Per Sarri “i segnali di crescita sono evidenti” se è vero che “la doppia sfida di Coppa l’hanno decisa quei 20 secondi dello Stadium” (tra il contatto su Albiol e il rigore del 3-1 su Cuadrado).

PUNTI DI RI-PARTENZA – Gli sprazzi di Milik, la personalità di Diawara, la carica di Hamsik (112 gol in azzurro), Insigne e Mertens, le incertezze del pacchetto arretrato: il Napoli ricomincia da qui per inseguire il II posto in classifica e proseguire la corsa sui migliori con un allenatore – a detta del ‘cinguettio’ presidenziali – “tutt’altro che catenacciaro!”.

Nazionale – Altri 9 debuttanti per Ventura: “Il futuro è roseo”

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<> on March 20, 2017 in Rome, Italy.Termina oggi il III stage Azzurro fortemente voluto da Giampiero Ventura. Il c.t. dell’Italia, in accordo con i club e la Federazione, ha potuto lavorare da lunedì con un gruppo di 23 giovani sui campi del centro tecnico di Coverciano per saggiarne le qualità, la crescita e la prospettiva. Per chi darà sensazioni positive, ci sarà l’occasione di mettersi in luce nell’amichevole del 31 maggio contro San Marino al Castellani di Empoli, con vista sulla doppia sfida a Liechtestein e Uruguay di Giugno.

NOVITÀ ASSOLUTE – Oltre a Scuffet (chiamato solo da Prandelli nel 2014) ci sono nove ragazzi alla chiamata per uno stage: Calabria, Dell’Orco, Mandragora, Romagna, Baselli, Favilli (supplente dell’infortunato Inglese), Chiesa e, infine, l’oriundo Emerson Palmieri e l’italianissimo Claud Adjanpong. L’esterno sinistro della Roma ha completato l’iter per la naturalizzazione a fine marzo – sfruttando le origini italiane della madre – potendo, a tutti gli effetti, contendere il posto sulla fascia mancina a Spinazzola e Darmian. Nato a Modena da genitori ghanesi Adjanpong, invece, è il più giovane della comitiva (classe ’98); essendosi messo in luce nel ‘Viareggio’ vinto con il suo Sassuolo, ha comunque collezionato 6 apparizioni e un gol in Serie A quest’anno, per lui anche 10 presenze con l’Under 19 di Roberto Baronio.

GRADITO RITORNO – Veterano del gruppo agli ordini di Ventura, con 20 gettoni di presenza e tre gol, è il romanista Stephan El Shaarawy. Il Faraone ritrova l’azzurro dopo l’Europeo vissuto da spettatore con Conte grazie alle ultime prestazioni convincenti con la maglia giallorossa, anche se attualmente vincere la concorrenza di uno straordinario Lorenzo Insigne non appare affatto semplice. Di lui Ventura ha detto: “Come gli altri esterni di attacco, adesso ha senso chiamarli perché sono indispensabili per il nostro progetto tattico. Stephan sta ritrovando il ritmo-partita con la Roma e mi ha assicurato che per Giugno sarà pronto, lavoriamo per quello”.

ALTRE SORPRESE IN VISTA – Commentando il lavoro effettuato a Coverciano in questi giorni il Commissario Tecnico ha elogiato la bontà del lavoro svolto: “La voglia che ci mettono questi ragazzi è ammirevole, direi anche emozionante. Abbiamo un futuro davvero roseo al 90% – ha poi aggiunto Ventura – in quanto non solo ci sono giovani bravi in ogni ruolo, ma possiamo contare pure su opzioni alternative che scalpitano alle spalle dei più pronti”. Aspettando Diawara: “Se il centrocampista del Napoli può diventare italiano certo che lo terremo in considerazione, è un ragazzo che ha qualità”.

TUTTI I 23 CONVOCATI – Portieri: Alex Meret (Spal), Simone Scuffet (Udinese).

Difensori: Claude Adjapong (Sassuolo), Cristiano Biraghi (Pescara), Davide Calabria (Milan), Federico Ceccherini (Crotone), Cristian Dall’Orco (Sassuolo), Dos Santos Palmieri Emerson (Roma), Gian Marco Ferrari (Crotone), Rolando Mandragora (Juventus), Filippo Romagna (Brescia).

Centrocampisti: Daniele Baselli (Torino), Danilo Cataldi (Genoa), Manuel Locatelli (Milan), Lorenzo Pellegrini (Sassuolo).

Attaccanti: Domenico Berardi (Sassuolo), Federico Chiesa (Fiorentina), Federico Di Francesco (Bologna), Stephan El Shaarawy (Roma), Diego Falcinelli (Crotone), Andrea Favilli (Ascoli), Gianluca Lapadula (Milan), Andrea Petagna (Atalanta).

Dalla Spagna – Albertini: “La Juve non è il PSG, incuriosito dalle scelte di Allegri”

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Italy Press Conference - UEFA EURO 2012Bandiera del Milan con un finale di carriera nel Barcellona e, attualmente, dirigente calcistico; stiamo parlando di Demetrio Albertini che, alla vigilia del ritorno di Champions League tra Barça e Juve, ha analizzato il match per i colleghi de El Mundo Deportivo.

MENTALITÀ – “Sono curioso di vedere che atteggiamento suggerirà ai propri giocatori Massimiliano Allegri. La Juventus ha dimostrato come in Italia sia la più brava a gestire le partite, ma qui è differente”.

FATTORE MSN – Ha poi aggiunto l’ex metronomo del centrocampo rossonero dal 1991 al 2002: “Il Barcellona ha MessiSuarez e Neymar che sono tra i giocatori migliori del mondo, se sono al top della condizione ogni risultato con loro in campo è possibile. I blaugrana però dovranno giocare con pazienza e rispetto degli avversari; la Juventus non è il PSG. I bianconeri hanno dimostrato di essere una squadra solida ed esperta, abituata a certe partite”.

ATMOSFERA – Infine Albertini ci ha tenuto a sottolineare come un ruolo importante mercoledì sera lo giocherà il pubblico catalano: “Al Camp Nou c’è un’atmosfera diversa da qualuncue altro stadio del mondo. Posso dirlo perché ci ho giocato e conosco bene come il sostegno di quei tifosi dagli spalti possa spingere i giocatori verso qualsiasi traguardo. Se il Barça prenderà entusiasmo allora la qualificazione tornerà in bilico”.

Premier – Watford: Mazzarri traballa, il sogno è Ranieri

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190804906-b0ca73b9-1639-43e2-953a-03c0c24b0da1Alla sua prima stagione di Premier League, potrebbe non bastare la salvezza ottenuta con largo anticipo a Walter Mazzarri per essere ricorfermato anche il prossimo anno sulla panchina del suo Watford.

I MOTIVI – Sul manager toscano degli Hornets, infatti, da tempo aleggia l’ombra dell’esonero legato più a questioni di ambientamento che di risultati. Nonostante i 40 punti e l’attuale decimo posto in classifica tifosi e critica imputano a Mazzarri un approssimativo adattamento alla lingua e più in generale alla cultura britannica. Il perenne utilizzo dell’interprete e lo scarso coinvolgimento nelle iniziative extra-campo dell’ex allenatore di Napoli e Inter non ne farebbero un front-man adatto alle ambizioni del club giallonero.

L’INDIZIO – Ecco quindi l’indiscrezione del Daily Mail che vorrebbe la società della famiglia Pozzo fortemente interessata a Claudio Ranieri, italianissimo come Mazzarri, ma con un appeal decisamente maggiore Oltremanica – e non solo – rispetto al collega di San Vincenzo. ‘Pizzicato’ in tribuna a White Hart Lane durante il recente 4-0 incassato dal Watford per mano del Tottenham, Sir Claudio ha elegantemente dribblato le domande dei media sul proprio futuro. Quel che è certo è che, liquidato in febbraio dal Leicester con una buonuscita da 3 milioni di sterline dopo aver firmato – appena sei mesi prima – il rinnovo di contratto fino al 2020, Ranieri non vedrebbe l’ora di risalire in sella ad una squadra inglese per tornare a stupire.

EL – Man U: avanti col brivido (e Ibra va k.o.). Celta, Ajax e OL sulla via di Stoccolma

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Serata da ricordare quella di ieri – nel bene e nel male – per il Manchester United. Il club inglese ha infatti conquistato, per la prima volta nella sua gloriosa storia, l’accesso ad una semifinale di Europa League.

NOTA DOLENTE – Per nulla semplice, comunque, è stato raggiungere il traguardo per i ragazzi di José Mourinho. L’Anderlecht, infatti, ha ‘inchiodato’ i Red Devils sull’1-1 sia all’andata che al ritorno costringendo il pubblico di Old Trafford al patema dei supplementari. A complicare ulteriormente il cammino dello United ci si è messo l’infortunio serio al ginocchio per Zlatan Ibrahimovic, arrivato al 90′, dopo una partita in chiaro-scuro vissuta dal talento di Malmoe. 

NOTA LIETA – Dopo i gol di Mhkitaryan (10′) e Hanni (32′) – a segno nei tempi regolamentari – la parola fine alla gara l’ha messa Marcus Rashford il quale, con l’uscita del totem svedese, si è preso il centro dell’attacco del Manchester siglando, come domenica contro il Chelsea, un gol tanto bello quanto ‘pesante’; un gol alla Rashford: tutt’altro che banale, segnato con estrema disinvoltura da un ragazzo di 19 anni che gioca come un veterano. Con quello di ieri sera il classe ’97 ha realizzato la diciassettesima rete in prima squadra, il decimo stagionale.

LE ALTRE – Sugli altri campi il pathos non è stato da meno rispetto al Teatro dei Sogni. A Gelsenkirchen l’Ajax va sotto di 2 gol e un uomo al termine dei tempi regolamentari, subisce la terza rete dello Schalke 04 ad inizio supplementare, a questo punto reagisce e segna due gol negli ultimi 9′ che valgono la qualificazione per i Lanceri. Il Lione, con Lacazette, risponde alla doppietta da fenomeno del brasiliano Talisca replicando – a ruoli invertiti – il 2-1 dell’andata; ci vuole un rigore di capitan Gonalons (l’ottavo della serie) per piegare il Besiktas a domicilio e strappare il primo storico pass per la semifinale di Europa League. Altra debuttante alla prossima fase, per concludere la carrellata, è il Celta Vigo: pari in Belgio (1-1) contro il Genk utile alla luce del 3-2 maturato al Balaìdos.

SEMIFINALI – Dall’urna di Nyon oggi gli accoppiamenti per l’ultimo doppio atto – prima della finalissima di Stoccolma – ha sentenziato Lione-Ajax e Manchester United-Celta Vigo.

Serie A – Berna&Maurito: le facce tristi di Fiorentina-Inter

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wpid-PicsArt_04-23-4.41.20.pngDopo una vittoria come quella di ieri al Franchi (5-4 in rimonta) dovrebbe essere difficile individuare volti scuri nell’orbita-Fiorentina, eppure, chi ha poco da sorridere è proprio la stella più luminescente della galassia Viola: Federico Bernardeschi. 

Il numero 10 gigliato ha lasciato il campo al minuto 58, con la sua squadra sotto 2-1, dopo essersi macchiato di un errore infantile dal dischetto del rigore. Difficile etichettare la ‘bozza di cucchiaio’ tentata dal talento di Carrara dinanzi ad un mostro sacro della materia come Samir Handanovic: superficialità, indolenza, capriccio; difficile dare una definizione del gesto che si discosti più di tanto dal concetto di maturità il quale, evidentemente, in Bernardeschi deve ancora attecchire del tutto. Più che legittimo se pensiamo all’età del ragazzo – appena 23 anni – esasperato se leggiamo le cifre accostate al suo cartellino – 40/50 milioni di euro per una bozza di campione, nulla più. Chi sta con Federico e gran parte del suo pubblico, che prima lo fischia – giustamente – al momento del cambio, salvo poi riservargli qualche applauso per il gesto accennato di scuse che Federico rivolge ai presenti lasciando il campo per Ilicic. Altro bel segnale è l’abbraccio che i compagni gli riservano al gol del momentaneo pari di Astori. A fine gara poi le parole di Sousa e Corvino sugellano la fiducia che la società nutre in lui: Federico è un talento incredibile, è migliorato tantissimo in questo anno e può ancora crescere molto, ma ha già dimostrato quanto sia importante per noi – ha detto il tecnico portoghese a Premium. Il cambio è stato dettata dalla necessità di avere qualcuno che in quel momento ci desse qualcosa in più sul piano fisico”. Il d.s. Viola ha poi aggiunto: Bernardeschi è un patrimonio della Fiorentina e come tale va valorizzato. Gli abbiamo offerto un importante rinnovo di contratto perché con lui abbiamo intenzione di gettare le basi per la squadra del futuro. Ha sempre dimostrato quanto tenga a questa maglia e credo che alla fine i sentimenti prevarranno”.

Serata a forti tinte nere, con qualche sprazzo di azzurro appena, per Mauro Icardi. Non può essere altrimenti se, da argentino, esci dall’Artemio Franchi – tempio del 9 albiceleste per eccellenza, Batistuta – con il pallone sotto il braccio per aver siglato una tripletta e la tua Inter incassa cinque reti. Senza contare il fatto che te di questa squadra ne sei il capitano e, come tale, a fine partita devi metterci la faccia.

Maurito, che in campo ha fatto il possibile per mantenere in piedi la baracca interista, davanti ai microfoni la faccia ce la mette, seppur semicoperta da un vistoso berretto nero, come il suo umore: Non arrivare neppure a giocare l’Europa League il prossimo anno sarebbe un fallimento. Dispiace perché abbiamo lavorato sodo e ci eravamo rialzati dopo una partenza non facile.  – ha poi continuato Icardi – La nuova proprieta ci da una grossa carica e tanta fiducia, sta a noi ripagarla. L’allenatore anche sta facendo il massimo, dando tutto per raggiungere il massimo; nel calcio però sappiamo che se le cose non vanno bene è lui il primo che paga, non si possono mandar via 20 giocatori. – in conclusione – Noi sappiamo bene quanto lavoriamo in settimana e per quello che stiamo dando meriteremo comunque di giocare almeno una coppa europea il prossimo anno, abbiamo questo finale di stagione per guadagnarcela”. Intanto, se Lazio e Milan superassero le non irresistibili Palermo ed Empoli l’Europa per i nerazzuri disterebbe 8 punti a cinque giornata dal termine, non proprio una passeggiata insomma.

Mondiale U20 – Italia: nuovamente protagonista dopo otto anni

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La FIGC ha reso nota la lista dei giovani azzurri che prenderanno parte al Mondiale Under 20 che si svolgerà in Corea dal 20 maggio all’11 giugno. Il c.t. Alberigo Evani ha convocato 21 ragazzi, lasciando fuori dalla lista nomi illustri come Federico Chiesa e Manuel Locatelli, già nel giro dell’Under 21 di Gigi Di Biagio, oltre a Gianluigi Donnarumma, già nel giro della Nazionale Maggiore.

Di seguito la lista completa dei selezionati:

Portieri: Samuele Perisan (Udinese), Andrea Zaccagno (Pro Vercelli); Alessandro Plizzari (Milan)

Difensori: Mauro Coppolaro (Latina), Federico Dimarco (Empoli), Riccardo Marchizza (Roma), Giuseppe Pezzella (Palermo), Giuseppe Scalera (Fiorentina), Leonardo Sernicola (Fondi), Filippo Romagna (Brescia);

Centrocampisti: Nicolò Barella (Cagliari), Alfredo Bifulco (Carpi), Paolo Ghiglione (Spal), Rolando Mandragora (Juventus), Simone Minelli (Albinoleffe), Matteo Pessina (Como), Mattia Vitale (Cesena);

Attaccanti:  Giuseppe Antonio Panico (Cesena), Riccardo Orsolini (Ascoli), Andrea Favilli (Ascoli), Luca Vido (Cittadella).

L’Italia, che ha disputato la competizione per l’ultima volta in Egitto nel 2009, esordirà il 21 maggio a Suwon contro l’Uruguay del neo-acquisto juventino Bentacur, il 24 ci sarà la sfida con il Sud Africa e per finire – il girone – si affronterà il Giappone il 27 maggio.


Difensori-goleador: tra i migliori d’Europa anche due Azzurrini

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img_2440Uno dei dogmi del calcio dice che ‘la miglior difesa è l’attacco’, ma vale anche il contrario? Con i maggiori campionati europei agli ‘sgoccioli’ abbiamo messo assieme il tridente difensivo – supportato da due terzini – più prolifico della stagione.

SERIE A – È Bergamo la capitale italiana del gol. La favolosa Atalanta di Gasperini a fondato le proprie fortune stagionali su due prodotti del vivaio nerazzuro che, oltre a garantire una notevole solidità difensiva, si sono rivelati decisivi in zona-gol: stiamo parlando di Andrea Conti e Mattia Caldara. Entrambi classe ’94, hanno conquistato un posto da titolare dopo l’avvio di campionato negativo della Dea portandola addirittura in Europa League grazie, rispettivamente, ad 8 e 7 reti.

LIGA – In Spanga le vette della classifica marcatori sono prenotata già dall’estate dai fenomeni di Barcellona e Madrid; il Real di Zidane però, oltre alla BBC può contare su un quarto bomber di nome Sergio Ramos. Il capitano dei Blancos ha oramai abituato i suoi tifosi – e quelli avversari – ad exploit offensivi perlopiù su palle inattive (per info chiedere ai tifosi del Napoli in quest’annata o ai cugini dell’Atletico nelle due finali di Champions tutte madrilene). Per ora i gol in Liga del numero 4 sono 7, quasi tutti decisivi ai fini del risultato finale; se allarghiamo la statistica a tutte le competizioni notiamo poi che il 31enne è l’unico ad aver già raggiunto la doppia cifra (10 reti, 8 delle quali di testa): la Juventus è avvisata.

EREDIVISE & PREMIER – A completare il reparto troviamo due mancini: il centrale messicano del PSV Hector Moreno (7 gol) e il terzino spagnolo del Chelsea Marcos Alonso (6 gol), quest’ultimo è tornato in Inghilterra in estate dopo due stagioni alla Fiorentina vincendo da protagonista il titolo sotto la guida di Antonio Conte.

BUNDES & LIGUE 1 – Alle spalle di questi giocatori citati ci sono altri difensori che meriterebbero una citazione e sono terziono sinistro portoghese Raphaël Guerreiro del Borussia Dortmund e un’altra vecchia conoscenza del nostro campionato come Kamil Glik. Entrambi a sei reti, il primo – francese di nascita ed esploso nel Lorient – è stato trasformato da Tuchel in centrocampista centrale o esterno alto; mentre l’ex capitano del Torino si è da subito imposto come ‘colonna’ del sorprendente Monaco e difensore più prolifico di Francia, come già accaduto due stagioni fa in Italia quando i gol furono sette.

COME LEO – Conti, Ramos, Caldara, Moreno, Alonso: 35 reti totali in campionato fin’ora, proprio come quelle realizzate da Messi in Liga. Per nulla male come bottino per chi, teoricamente, gente come la Pulce dovrebbe marcarla.

Milan – Primi passi per l’Europa: addii, rinnovi e… Musacchio

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wpid-b61763426eeda595880e20760860282d-kY6B-U43320562021020VDH-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443.jpgArchiviata la qualificazione all’Europa League passando per i preliminari di Luglio – obiettivo minimo stagionale – il nuovo Milan cinese ha già iniziato a gettare le basi per la prossima stagione, quella del definitivo rilancio.

CERTEZZA TECNICA – Nella gara di ieri vinta 3-0 contro il Bologna di Donadoni, l’ultima stagionale a San Siro davanti a 40.000 spettatori, Montella si è detto orgoglioso della rosa allenata quest’anno perché i ragazzi hanno dato tutti, rimanendo compatti anche nei momenti meno esaltanti”; come biasimare del resto l’Aereoplanino, unico a potersi fregiare di un titolo in Italia – la Supercoppa – oltre la superlativa Juventus. Parlando dei successivi step il tecnico campano ha poi aggiunto di essere fiducioso nei riguardi di una società – quella rappresentata da Fassone e Mirabelli – solida e ambiziosa, obiettivo per il futuro? “Il ritorno in Champions League!”.

DUBBI E CERTEZZE – Sul tabellino dei marcatori di ieri sono finiti tre giocatori che, in rossonero, avranno destini differenti: Deulofeu, Honda e Lapadula. Lo spagnolo, che a gennaio ha fortemente voluto il Milan, ha convinto l’ambiente con ottime prestazione (4 gol e 3 assist) ma, a quanto pare, trattenerlo non sarà semplice: il Barcellona infatti può riscattare il cartellino del proprio canterano per 15 milioni di euro e, successivamente, rivenderlo al miglior offerente; sul ragazzo sembra concreto l’interesse del Napoli, alla ricerca di un’alternativa sugli esterni d’attacco vista la metamorfosi di Mertens, e della Roma, con Monchi che aveva già portato il classe ’94 a Siviglia due anni fa sotto la sua gestione. Chi certamente svuoterà a breve l’armadietto di Milanello è invece Keisuke Honda: il giapponese ha salutato pubblico e compagni con un gol su punizione, dopo una stagione vissuta da esubero come testimoniano gli appena 131′ minuti giocati: “Dopo 3 anni e mezzo lascio questa società che mi ha dato molto, continuerò altrove a cercare di migliorarmi per raggiungere i miei obiettivi”. Su di lui club inglesi ed extraeuropei. Chi infine sta ‘sgomitando’ in questo ultimo sgmento di stagione per meritarsi la riconfera è Gianluca Lapadula; con Bacca evidentamente nervoso e sul piede di partenza, l’attacco del Diavolo ripartirà molto probabilmente da lui;  impossibile però credere – viste le ambizioni – all’ex Pescara come centravanti di riferimento: Morata, Aubameyang e Belotti sono profili che alla dirigenza piacciono ma, con tre competizioni all’orizzonte, per l’attuale numero 9 ci sarà di certo più spazio per potersi mettere maggiormente in luce.

ARRIVI E RINNOVI – La più grande novità targata 2017/2018, sulla quale Montella sta dimostrando già di lavorare in queste ultime uscite, è lo storico passaggio del Milan alla difesa a 3: tabù assoluto nei 30 anni di presidenza Berlusconi e, da sempre, marchio di fabbrica dell’allenatore ex Fiorentina. In tal senso sono da registrare le visite mediche svolte in mattinata da Musacchio, difensore argentino con passaporto italiano in arrivo dal Villareal per circa 18 milioni di euro. Il primo colpo della nuova dirigenza era già stato vicino al club la scorsa estate e rappresenta, per il sistema di gioco caro al mister, un elemento cardine data la sua duttilità e le capacità tecniche necessarie per poter impostare il gioco fin dalle retrovie. Accanto al 26enne ci sarà senz’altro Alessio Romagnoli, il difensore romano ha poi auspicato il rinnovo di altri due suoi compegni che nel Milan del futuro dovranno giocare un ruolo fondamentale: Auspico che al più presto Donnarumma e Suso possano rinnovare. Per noi sono due elementi imprescindibili se vogliamo ambire ai traguardi massimi. Gli ho chiesto di restare”.

Serie A – Di Campli: “La Juve può puntare da subito su Orsolini”

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wpid-124823469-905c790c-e876-4ba6-8af0-b4f80389e7a2.jpgÈ stata tra le stelle più luccicanti del Mondiale Under 20 andato in scena in Corea del Sud, sfiorando una storica finale per la nostra nazionale, grazie a 5 gol: stiamo parlando di Riccardo Orsolini.
L’ala ascolana si era egregiamente comportata già nel passato campionato di Serie B, attirando su di se gli occhi delle big italiane, finendo poo per scegliere la Juventus, la quale ha sborsato circa 8 milioni di euro al club marchigiano per il cartellino del classe ’98.
Il destino di Orsolini adesso è ad un bivio: cercare di affermarsi con la maglia della Vecchia Signora, oppure affrontare la Serie A in prestito in una squadra che gli garantisca un minutaggio considerevole? A fugare – in parte – questo dubbio ci ha pensato il procuratore del ragazzi, Donato Di Campli – parlando a Tuttosport: “Riccardo ha fatto cose eccezionali e la Juventus è una grande opportunità. L’infortunio di Pjaca apre la possibilità ad un futuro prossimo del ragazzo in bianconero, almeno per il ritiro estivo. Lì, sono certo, che saprà giocarsi le proprie carte e non è detto che non resti fino a gennaio almeno”. 
In chiusura il procuratore ha aggiunto: “Dopo aver parlato con il direttore Paratici confermo che le offerte per Orsolini non mancano. A mio avviso lui è già pronto per una grande squadra ma, se dovremmo separarci al momento, le alternative di rilievo non mancheranno”.

Euro U21 – Azzurrini: tre piccole pesti agli ordini di Di Biagio

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wpid-italia-under-21-donnarumma-e-bernardeschi-maxw-654.jpgDomani sera (20:45) ci sarà l’esordio, a Cracovia, dell’Italia Under 21 contro i pari età della Danimarca. Complice il calciomercato, alcune delle stelle della nostra nazionale non stanno passando un ‘momento mediatico’ sereno visti i rapporti tutt’altro che idilliaci tra i ragazzi e i loro agenti da una parte e i club e la tifoseria dall’altra.
IL ‘NO!’ INATTESO – 1, 12 e 10: sono questi i numeri dei ‘cuori ingrati’ azzurrini impegnati nel braccio di ferro con le società di appartenenza. Il primo e più fragoroso caso è quello di Donnarumma. Il 18enne portiere rossonero, per bocca di Mino Raiola, ha rimandato al mittente l’ultima proposta di rinnovo avanzata dal Milan: fonti vicine al club parlano di 5,5 milioni netti a stagione per cinque anni più eventuali bonus legati ai risultati; elemento di conflitto sarebbe una ‘clausola-Champions rescissoria’ tra i 20 e i 30 milioni in caso di mancato raggiungimento dell’obiettivo già nella prossima stagione pretesa dall’agente del ragazzo. La ferrea volontà di Fassone e Mirabelli di non piegarsi alla richiesta sopraindicata ha portato alla rottura, con il diktat cinese di non vendere comunque il ragazzo; se così dovessero andare le cose per Donnarumma si aprirebbero le porte della tribuna di San Siro.
IL ‘SI!’ CATEGORICO – Da ‘vittima’ a ‘carnefice’, il Milan è immischiato anche nell’affare-Conti. Il terzino dell’Atalanta – 8 gol e 4 assist in A nella stagione appena chiusa – ha dato mandato al suo procuratore, Giuffredi, di finalizzare il suo trasferimento da Zingonia a Milanello; la società del presidente Percassi però non vorrebbe privarsi in blocco di tutti i suoi talenti e reputa bassa l’offerta milanista da 20 milioni di euro. Dopo le prime schermaglie l’agente del ragazzo ha rotto gli indugi minacciando addirittura di “disertare il ritiro degli orobici se non dovesse concretizzarsi la cessione in tempi brevi al Milan”. Da par suo la dirigenza della Dea si è detta reticente a far partire il giocatore – anche per espressa richiesta di mister Gasperini – aggiungendo che per Conti esiste un’offerta importante da un’altra big, dunque, vanno valutate entrambe le alternative”.
IL ‘NI…’ SOSPETTOSO – Per finire, analizziamo la vicenda legata al futuro di Federico Bernardeschi. Il numero 10 della selezione di Gigi Di Biagio, oltre che della Fiorentina, continua a non sciogliere le riserve sul proprio futuro. L’offerta di rinnovo della società gigliata – definita “importantissima” dal ds Corvino –  è pervenuta da tempo al giocatore (2,7 milioni netti), che però non ha ancora dato una risposta. Sul talento di Carrara ci sono forti la Juve, che lo considera l’alternativa italiana a Douglas Costa del Bayern, e l’Inter, la quale metterebbe il classe ’94 al centro del proprio progetto tecnico di rilancio. Le cifre legate al ragazzo, con il contratto in scadenza nel 2019, narrano di un costo del cartellino tra i 30 e i 40 milioni di euro.

Calciomercato – Svizzera: Walter Samuel riparte da Lugano

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1970318-41401847-2560-1440È di poche ore fa la notizia ufficiale che Walter Samuel sarà il nuovo allenatore in seconda del Lugano. La news arriva direttamente dal sito del club svizzero che annuncia l’ex difensore – tra le altre – di Roma, Real Madrid e Inter nel nuovo organigramma tecnico assieme al neo-allenatore Pierluigi Temi.

Il 39enne argentino, che vanta oltre cinquanta presenze in nazionale e ottanta in Champions League, ha trascorso l’ultima stagione a Milano, in supporto a Pioli nella tribolata annata dell’Inter, dopo essersi ritirato nel 2016 a margine dell’esperienza biennale con la maglia del Basilea.

Sarà dunque la prima esperienza, anche se come numero 2, per Samuel su una panchina, con il Lugano giunto terzo la passata stagione – sotto la guida di Paolo Tramezzani – e, quindi, qualificato per i preliminari di Europa League.

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